Dalla Torre dell'Amorotto a Gazzano
Itinerario 13 - L'antica strada dell’Amorotto: Civago - Gazzano
Questa antica "mulattiera" metteva in comunicazione i paesi di Civago e Gazzano attraverso un tracciato che costeggiava gli "schiocchi" dell'Alta Val Dolo. Tale tracciato aveva poi una diramazione verso Cervarolo. Il sentiero è stato utilizzato quotidianamente dagli abitanti dei paesi dell'alta valle fino al 1954, anno di realizzazione della S.P. N. 9, con l'apertura della galleria detta "della torre", ossia l'attuale strada veicolare che avrebbe dovuto proseguire sino al passo delle Forbici. La strada aveva una grande importanza locale, permetteva agli abitanti dei paesi posti a quota meno elevata l'accesso ai pascoli estivi del crinale e al bosco (le foreste dell'Abetina Reale e dell'Ozola hanno rappresentato un'importante fonte di lavoro e di reddito per le comunità locali dal '600 ai primi anni del '900). La strada ha origini antiche poiché costituiva la "variante" sulla sponda destra del Dolo, della "Via Bibulca", percorso di probabile origine preromana utilizzato soprattutto in età alto medioevale che metteva in comunicazione Lucca con le città emiliane attraverso i presidi delle pievi e dei castelli matildici (Canossa, Carpineti, Toano, Frassinoro, S. Pellegrino in Alpe, Castelnovo di Garfagnana). La via Bibulca valicava l'appennino al passo delle Radici e proseguiva fondamentalmente lungo il crinale che separa il t. Dolo dal t. Dragone attraversando Frassinoro, Montefiorino, Rubbiano. L'esistenza, nel XII sec. di una strada di valico sulla destra del Dolo è deducibile, oltre che dai documenti archivistici, dalla presenza di presidi militari come il castello "Delle Scalcile" che sorgeva sul costone roccioso successivamente nota come la torre dell'Amorotto e dall'Ospizio di S. Leonardo del Dolo. L'ospedale fondato nel '200 e dedicato a S. Leonardo, è più volte crollato e ricostruito ed era ultima sosta del viandante e del pellegrino prima di valicare le alture. Oggi in località "Ca' de pret" si possono ancora oggi vedere i resti della struttura settecentesca che fu probabilmente l'ultima ricostruzione di questo antico ospedale.
La torre dell'Amorotto
II tratto più suggestivo per gli ampi spazi panoramici che offre sulla valle del Dolo è proprio quello dominato dalla torre, detta "dell' Amorotto", poiché fu utilizzata da Domenico Beretti detto l'Amorotto, nella metà del '400. Il vero nome della torre dell'Amorotto è Torre delle Scalcile che deriva dalla configurazione del monte Beccara sul quale si erge. Il monte è assai simile ad un'enorme scala costituita da molteplici ripiani.
Intorno alla torre si tramandano notizie di assalti, di agguati e di vendette che vedono protagonista l'Amorotto che ha trovato spesso rifugio in questa struttura.
Nell'anno Mille il Conte delle Scalcile fa erigere una costruzione da cui l'attuale torre deriverebbe. La costruzione serviva come posto di vedetta e difesa della strada sottostante.
Da alcuni documenti appare certo che la torre è appartenuta a Bartolomeo Dallo. Agli inizi del XVI secolo la rocca viene occupata dal famoso bandito della montagna reggiana e da lui prende il nome. A testimonianza dell'antico sistema di controllo militare sulla valle si può notare che la torre dell'Amorotto è in collegamento visivo cori la torre di Cova a sua volta visibile da Toano.
Cosa rimane dell'antico sentiero
L'antico tracciato è stato ricostruito attraverso la cartografia catastale e la carte I.G.M. del 1936, verificando con sopralluoghi e "testimonianze locali" (la strada antica è stata usata sino al 1954) tali informazioni. Il tracciato è stato gravemente compromesso con la costruzione della strada carrozzabile, situata poco più a monte: i detriti ed i massi prodotti nello scavo delle trincee e gallerie nei banchi rocciosi rotolando a valle hanno coperto ed in parte demolito l'antico tracciato sottostante. In questi tratti il sentiero antico è accennato o scomparso.
Nei displuvi invece il tracciato appare conservato, si nota la presenza di muri "ciclopici" di sostegno a valle, frammenti di lastricatura ecc. È in progetto la riapertura dell'intero percorso.
Dalla Torre è oggi aperto e praticabile il sentiero che conduce a Gazzano in circa 30 minuti, dapprima in discesa e poi piacevolmente in piano.