Crisi di coscienza

"Io sono la regina dell'amore,
e tu chi sei? L'eroe senza paura?"
"No" le risposi "Sono il tuo dottore
venuto qui per farti la puntura."
ma la contessa mi scappò da tiro
e andò frignando a raccontarlo in giro.

        Fu l'affare di un attimo, che presa
        la mano la notizia per la via
        corre, serpeggia in piazza ed entra in chiesa
        e s'intruffola fino in casa mia
        per cui scappo di casa e quella sera
        vado a dormire nella conigliera.

Tutta la notte sogno. La coscienza
mi rimprovera il fallo che ho commesso,
mi sprona a farne cruda penitenza
lontan dal mondo, solo con me stesso:
un angelo mi prende e porta seco
sul monte Penna in ignorato speco.

        Il prete alla dottrina ci ha parlato
        di sante ispirazioni. E' il mio destino
        penso quando mi sveglio, che ho sognato:
        Diventerò un novel San Pellegrino;
        addio Civago, addio mondana vita
        è scritto in cielo che sarò eremita.

Sì, una spelonca sconosciuta e nera
mi sarà casa, letto sarà un sasso,
pranzo radici, cena la preghiera...
Ma in quel momento un conosciuto passo
mi fa tremar: "Sei qui brutto briccone?"
E giù il primo solenne scappaccione.

        Non scherzava mio padre, ma intervenne
        la mamma e disse "Basta!" "No, l'ammazzo."
        e picchiava. Mia madre lo trattenne
        ed implorava: "Guardalo, è un ragazzo!"
        " Un ragazzo sta fuori tutta notte?"
        e giù botte, giù botte e ancora botte.

Alfine, stanco, se n'andò. Sul cuore
mi strinsi a mamma che piangendo forte
mi cominciò a parlare dell'amore
impuro e dell'inferno e della morte.
Ed io intanto pensavo "Ma il sermone
perchè non farlo dopo colazione?"

        Dopo snervante attesa, cari amici
        venne al fine un caffè fatto per bere
        cento volte miglior delle radici,
        cento volte miglior delle preghiere.
        Preghiere? Speco? Viver dentro un saio?
        Credo sia meglio fare il marinaio