Viva la costa


Viva la Costa che s'aggrappa al monte
per sostenere il peso della Stetta
e schiaccia sotto i piedi Cadelponte
con tutta la sua boria maledetta
per la quale si crede se gli garba
di farcela vedere sempre in barba.

        Viva la Costa e abbasso  Cadelponte
        vil borgatuccia d'osti che sovente
        seccano l'acqua della nostra fonte
        e all'ombra del gran capo onnipotente
        mezzo sindaco e intero consigliere
        sotto il naso ci rubano il cantiere.

Ma questo è troppo: Basta porco mondo!
O ci fanno le scuse che ci tocca
o andremo a scatenare il finimondo.
La risposta, non fatta con la bocca
è un tremendo rumore che non dico:
Firma Rizieri e controfirma Enrico.

        Dunque la guerra? Bene, guerra sia!
        Loro son forti ma non siam marmotte
        e se il prode figliol di Cagaria
        si degnasse di alzarsi sono botte.
        Forza ragazzi, in piedi. E tu che aspetti?
        "Io sono in piedi amico, io son Ferretti."

Bene, dunque ragazzi, l'ora è grave
ma lotteremo come si conviene
e il nemico berrà l'acqua del Piave.
Negli avanposti siamo armati bene,
non c'è da dire neanche una parola
contro la latteria della Carola.

        Ognuno lotterà come un leone
        incitando l'amico ed il parente
        a slanciarsi con impeto in azione.
        "Benissimo, sicuro, certamente,
        armatevi e partite con la mia
        benedizione" grida Germania.

Raccomando a ogni donna maritata
l'esempio dell'eroica mia vicina
quantunque fino al dì che s'è sposata
fosse nemica: Adesso l'Evelina
almeno a quanto è dato di sapere
costringe Primo a fare il suo dovere.

        Chiedo all'Ivonne, molto astutamente
        di sfoderare il fascino fatale
        per arruolare qualche renitente
        che s'è imboscato nella forestale
        dato che anche una guardia prima o poi
        scopre d'essere fatta come noi.

Ordino a Mario d'inventare un paio
di macchine diaboliche a bilancio
dell'astuzia infernal del calzolaio
mentre sono già pronti per il lancio
gli atomici sorrisi della Lina
che getteremo giù dalla Stettina.

        In riserva teniamo, all'Appennino,
        il furor della Riese, tanto grosso
        che tra casa di Giulio e di Santino
        vuole squartare carne a più non posso
        e il sangue che avrà fatto quel macello
        sembrerà di maiale o di vitello.

Invece, poveretti, quanta gente....
e pensare che sono dissanguati
da quell'anima candida e innocente
che i bimbi dell'asilo più affamati
definiscono, quando vanno a spasso:
"La buona fata che ci manda il grasso."

        Eppure, eppure guarda che macello....
        Ma non voglio commuovermi, non voglio
        che sono della Costa dei Corbello
        dei Benito degli Ennio e degli Avoglio.
        L'ardita Costa che si aggrappa al monte
        e schiaccia sotto i piedi Cadelponte.