02 - Introduzione alle poesie di Ralfo

di Benedetto Valdesalici

Renato Monti, meglio conosciuto come Ralfo, nasce a Civago, alla Costa, direbbe lui, nel Comune di Villaminozzo -RE- il 9 aprile 1925.
Frequenta con profitto le scuole elementari e due anni di medie al Seminario Vescovile di Reggio Emilia, poi, abbandonati gli studi, nella scelta fra tagliar boschi e cercar fortuna altrove, si arruola nel 1941 nella marina militare italiana, a Massa Carrara prima ed a Venezia poi.

Passa, dopo aver brillantemente superato il corso da ufficiale radiotelegrafista, alla marina mercantile della Repubblica Liberiana in cui naviga sulla Douthbaj, sulla Golden Stone e su moltre altre navi il Mediterraneo, il mare del Nord e l'oceano Atlantico.
Fino al 1981, quando va in pensione all'età di 56 anni.
Nel frattempo ha sposato Gaspari Onelia nel 1960, da cui ha due figli: Stefano  e Massimiliano.

Tornato a Civago, che non aveva mai abbandonato nei due mesi e mezzo di ferie a terra fra i tanti imbarchi e, come ci racconta la moglie, le valigie sempre sull'uscio, si spegne all'età di 58 anni il 27 aprile 1983.
La sua grande passione per il lavoro, si pensi che trascriveva dal telegrafo di bordo il radiogiornale e, dopo averlo tirato a mano in più copie, lo distribuiva ai compagni di bordo; la sua statura di uomo prim'ancora che di poeta, sono così ricordate dalle parole che l'ufficiale Sergio Costantini nel luglio 1982 gli scrive da Manila, nelle Filippine, a seguito del suo pensionamento:

"Carissimo Monti, sono contento che ti sia deciso a rimanere a casa, anch'io sono del parere che la tua famiglia abbia più bisogno di te che non Montecarlo.
Sotto un altro aspetto mi spiace perchè non avrò più la fortuna di avere a bordo un radioperatore della tua portata, serietà e costanza ma specie per la tua qualità di uomo che per me sono le più importanti e la base di tutto: la tua stabilità, la tua forza di volontà e sopportazione sono qualità che ho sempre ammirato e riconosciuto in te.
Carissimo Monti, noi tutti che ti conosciamo e stimiamo ed amiamo sappiamo quanto abbiamo perduto vedendoti andare in pensione, ma siamo contenti di saperti felice sapendo quanto la tua famiglia ti necessiti".


Ma se questa, nelle parole del suo Comandante, la levatura del Monti uomo non dissimile il Monti poeta, autore di un'opera enorme, ben oltre 150 componimenti, tra epigrammi alla maniera di Marziale e Giovenale (Le Confessioni, La Maestrina); di piccole prosopopee alla maniera di Pascoli (Triste Ritorno, Crisi di Coscienza, Primo Appuntamento); di sonetti alla maniera di Foscolo (pensiamo all'Autoritratto, a Requiem per un Amico, a Ragazze al Bagno, a La Nostra Scuola); o di liriche alla maniera di Leopardi (Il Medico Condotto, La Fortuna); di poesie della vita insomma, di befane in quartiere, di versi eleganti e puliti, strappati a notti insonni ed emozionate, piene, come si diceva, di una vita che ancora scorgiamo dietro l'angolo, più distante forse per i più giovani, ma ancora
ben in vista per i più antichi di noi.

Canti, peana di guerra e di vittoria: Viva la Costa, Evviva Cà del Ponte, sestine condite di ironia, del riso beffardo del buffone del Maggio, della tradizione della terra che proprio lui, marinaio e montanaro allo stesso tempo, non dimenticò mai e sempre cantò.

Indubbiamente il Monti poeta meriterebbe lo sforzo di una lettura critica e notativa, lavoro che esula da questa pubblicazione che ci auguriamo però, serva a far sì che non si disperda un patrimonio culturale così importante, una natura così ricca che vorremmo ricordare con le parole che lui stesso dedicò del 1955 ad Albert Einstein, il padre della relatività:
            
E' morto un genio
ma naturalmente,
trattandosi di un uomo di valore
l'opera sua non muore.
Insomma é morto...relativamente.

Benedetto Valdesalici

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Le poesie che hanno doppio asterisco (**)  appartengono ad un quaderno nero con un testo teatrale; scritte a mano, una per pagina, a penna stilografica con chiara, elegante calligrafia; a piede la data di composizione; in alcuni casi sono apportate chiaramente correzioni e varianti.
Quelle con un solo asterisco (*) sono state trascritte da Jacqueline Giannasi, nipote di Ralfo: si tratta di 6 sonetti (raccolti in un quaderno intitolato "Nostalgie") e 3 "befane".

Questa serie di componimenti non apparivano in nessuna delle precedenti raccolte.

Willer Barbieri