Al pino del cimitero (*)
E’ fitta l’ombra. L’acqua scroscia forte.
Tra il lampeggiare romba cupamente
il cielo. Un pino altissimo la forte
maestosa chioma oscilla lentamente.
Tu pino vegli. Vegli su le spente
larve che rigettò l’umana sorte,
ferreo custode tacito al silente
regno dell’urne cui retaggio è morte.
Se un dì, forse non tardo, un po’ di quiete
verrò a cercar ne la tua zolla nera
riparami ed ombreggia la mia fossa.
Che almeno queste eterne ore inquiete
nude al rigor de la vital bufera
te vigile oblïar tranquillo possa.
Bordo “Garibaldi” (Gibilterra – Fretown) 14 e 22/03/1944
("Sonetti")
Tra il lampeggiare romba cupamente
il cielo. Un pino altissimo la forte
maestosa chioma oscilla lentamente.
Tu pino vegli. Vegli su le spente
larve che rigettò l’umana sorte,
ferreo custode tacito al silente
regno dell’urne cui retaggio è morte.
Se un dì, forse non tardo, un po’ di quiete
verrò a cercar ne la tua zolla nera
riparami ed ombreggia la mia fossa.
Che almeno queste eterne ore inquiete
nude al rigor de la vital bufera
te vigile oblïar tranquillo possa.
Bordo “Garibaldi” (Gibilterra – Fretown) 14 e 22/03/1944
("Sonetti")