La maschera del mondo (*)

Là dove l’erba che fin qui ho seguito
Spande l’aroma di violette in fiore,
quanti castelli in aria ho costruito!
E ad uno ad un ora dirocca e muore.

Sull’aureo trono, in comico vestito
Scorgevo allora il mondo ed il candore
Del suo sorriso mi sembrava invito
D’insediarmi a suoi piè senza timore.

Volsero gli anni. La beffarda e ingrata
Maschera scorsi e, troppo tardi, ho infranto
La faccia a nudo par d’alma dannata.

Questo rammenta pria che il lieto canto
Degli anni acerbi, o gioventù beata,
possa strozzarsi e tramutare in pianto.


Bordo “Garibaldi” Freetown  24.03.1944

("Sonetti")