L'inaugurazione
(Per l'Inaugurazione della strada Civago – Piandelagotti)
La gioia che sfavilla nella valle
non è la frenesia del carnevale;
s'inaugura la strada forestale
che un gentiluomo dalle larghe spalle
ha sfacchinato, Dio lo benedica,
al mio paese in men che non si dica.
C'è tanta gente venuta da fuori
al paesello sperduto in mezzo ai monti
che se provi a contarli non li conti.
Ma il Sindaco dov'è? Per far gli onori
deve parlar qualcuno che ci riesca,
ma il Sindaco dov'è? ... Vattelapesca!
Ma quanta gente a inaugurar la via!
Se continua così, prima di sera
ce n'è di più che il giorno della fiera
e non staranno tutti in trattoria.
Naturalmente noi, qui del paese,
offriamo il pranzo e paghiamo le spese.
II
Massaie attenzione
massaie correte
chiudete il portone
chiudete, chiudete
a scanso d'un guaio
la porta al pollaio.
Vedete quel nastro?
Oh Dio che canaglia
Oh Dio che disastro
lo taglia, lo taglia!
Scappate, coraggio
fra i boschi di faggio!
Già è là e s'avvicina
con grande bordello
l'odor di benzina.
Aprite il cancello,
la macchina romba,
schiudete una tomba.
No sciocchi, no sciocchi
ridete? Piangete
Piegate i ginocchi
scrivete, scrivete
sul marmo: "Qui giace
signori, la pace!"
III
Su, su avvicinatevi
signori e signore
il nostro spettacolo
fa grande furore;
entrate più in fretta
c'è già una lambretta
e prima di sera
verrà la corriera.
Che dice? No è inutile...
che l'ombrello d'America!
Non vede risplendere
già più d'una chierica?
E in piazza signore
ci sta l'assessore
e prima di sera
verrà la corriera.
Avanti si accomodi
signora maestra
ma guardi che i piccoli
camminino a destra
che i motorizzati
son già assicurati
e prima di sera
verrà la corriera.
La vacca? Se è svizzera
portatela in piazza
è là che si mostrano
le bestie di razza
ma non paventate
son molto educate
e prima di sera
verrà la corriera.
IV
Che bel divertimento
han messo al mio villaggio;
ad occhio e croce sento che è più bello del maggio.
Sentiste che delizia,
sentiste che concerto
quando la notte passano
macchine e moto a scappamento aperto!
Però a pensarci bene,
le finestre tintinnano
quasi a rompere il vetro,
quindi farò presente che conviene
gli tappino quel buco che hanno dietro.
V
Dice: "Ma non è vero
l'abbiamo fatta noi del ministero;
non c'entra è naturale,
nessuno del consiglio provinciale.
L'abbiamo fatta a Roma sana sana
e potreste chiamarla la romana.
Il consiglio reggiano
ha messo è vero, qua e là la mano
all'altra eterna via
che s'è inzuccata nella galleria
ma invece la romana tale e quale
com'è, appartiene al corpo forestale."
Dico: "Sbagli. Ho paura
che il ministero dell'agricoltura
non sia bene aggiornato.
Ho fatto il sopralluogo e ho appurato
che la Romana è vero, è fresca e bella
ma si dice che ci abbia una sorella.
Insomma, in conclusione
avete forse fatto confusione.
Ma fa niente, fa niente
quello che importa è accontentar la gente.
E a noi premeva tanto di potere
andar di qua e di là stando a sedere.
VI
La strada è fatta. A tutti gl'ingegneri,
ai geometri e agli altri scalzacani
che ci hanno progettato fino a ieri
e speriamo continuino domani
il tracciato, le curve e riempimenti;
i nostri calorosi complimenti.
Già, c'è poco da sfottere. Oramai
anche noi montanari di montagna,
finito abbiamo di passare guai:
la civiltà è arrivata: che cuccagna!
Non saremo più timidi e servili
che adesso pure noi, siamo civili!
Eravamo un paese abbandonato
e ci hanno messo a tu per tu con Reggio
e quando ci accorgiamo che un malato
comincia veramente a stare peggio,
arriva all'ospedale in un minuto:
gli fanno operazione e vi saluto.
La strada! Non vi dico che vantaggi!
Andremo in vespa fino in Garfagnana,
spediremo col camion frole e baggi
e le greggi di pecore in Toscana
e in autunno la bella cameriera
a servizio, d'accordo, ma in corriera!